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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Come non si risolvono i conflitti 02/09/2009

Bibi Netanyahu ha detto la settimana scorsa all’inviato di Obama a Londra Mitchell, che ne ha preso buona nota, che Gerusalemme non ha nulla a che vedere con il temporaneo arresto delle costuzioni negli insediamenti in Cisgiordania. La città è una sola, come lo è la legge che vale per tutti i cittadini, con la libera circolazione delle persone e dei beni, anche a Gerusalemme. Che questa affermazione non sia piaciuta alla sinistra pacifista, soprattutto quella che scrive i commenti su Haaretz, c’era da aspettarselo, anche se non è molto lontana dalla posizione che, dal ’67 in poi, hanno tenuto i governi di tutto il mondo. Persino il governo americano, con Clinton ma anche con Bush, malgrado il Congresso avesse approvato nel 1995 una risoluzione che riconosceva Gerusalemme “ capitale unita di Israele”, entrambi i presidenti ne presero atto ma non l’attuarono, con l’unico gesto concreto che avrebbe meritato, il trasferimento dell’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Con la giustificazione che quell’atto avrebbe precluso la risoluzione del conflitto, e attentato alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Sono stati anche questi ragionamenti che hanno impedito a Clinton di accorgersi che Bin Laden stava preparando l’11 settembre, una decisione che non venne però presa neanche da Bush, suppongo per gli stessi motivi. La debolezza oggettiva, che sta dietro alla mancanza di coraggio politico, dovrebbe far riflettere gli esperti di intelligence del mondo occidentale, perchè è inutile chiedersi come mai i movimenti terroristi dilagano, di stati canaglia è aumentato il numero (anche se è fuori moda chiamarli così), insomma, che lo stato delle cose, per quanto riguarda la lotta al terrorismo, è traballante. Non potrebbe essere diversamente, anche perchè Israele è soltanto uno degli obiettivi, reso più visibile dall’antisemitismo che cresce a vista d’occhio, ma il progetto è chiaro nelle sue linee generali, la sostituzione di una civiltà con un’altra. Non che della nostra si possa andare orgogliosi, ma quella che si preannuncia sarà di gran lunga peggiore. E non avremo nemmeno la giustificazione di dire non sapevamo, anche se è vero che facciamo di tutto per non guardare in faccia la realtà. Sappiamo, sappiamo, ce lo dicono gli stessi che stanno lavorando alacremente per imporcela. Dovremmo solo ascoltare e vedere.

Angelo Pezzana


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