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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Colette Avital nel mondo del mago di Oz 22/08/2009

 Colette Avital

Diplomatica e politica di lungo corso, Colette Avital ha scritto un articolo l´altro giorno che mi fornisce tutti gli strumenti per dimostrare quanto la tesi che lei sostiene per affrontare e risolvere il conflitto con i palestinesi appartenga al passato. Lo faccio malvolentieri, perchè la conosco e stimo il lavoro che ha svolto come ambasciatrice in Portogallo (1988-1992) e poi a Boston e New York (1992-1996) quale console generale. E´ stata poi vice direttore per l´Europa occidentale al Ministero degli Esteri, una vita trascorsa in giro per il mondo, dopo il suo arrivo in Israele nel 1950, appena decenne, dalla Romania. Credo sia stato l´essere spesso lontana dal Medio Oriente che ha contribuito a creare quella personalità cosmopolita tipica delle persone colte e intelligenti. Solo che il mondo è altra cosa rispetto alla realtà di questa regione, dove valgono altre regole, altri costumi,e,lo dico con convinzione, altre civiltà. A scordarlo, si rischia di sbagliare diagnosi. Avital crede che sia giunto il tempo di parlare con Fatah, dopo, scrive, i positivi risultati del sesto congresso di Betlemme, scordando che sono decenni che il dialogo esiste, ma i no del fronte arabo-palestinese sono sempre gli stessi.. Avital è rimasta impressionata dal numero dei congressisti, 2.255, e dai lunghi e seri dibattiti. Giudica persino un buon risultato l´enorme numero di voti ricevuti da Abu Mazen, che gli hanno consentito di far uscire dall urne praticamente solo nomi del suo giro. Dimentica le accuse di brogli e corruzione che si sono levati a tutti i livelli durante il congresso. A lei sembra invece che ne sia uscita nuova speranza,e che la leadership eletta voglia una pace onorevole con Israele, quella che lei identica con gli accordi Oslo. Difficile darle ragione, da Oslo sono nate le intifade e il terrorismo, altro che speranza. Il fatto poi che Hamas abbia impedito ai delegati di Gaza di recarsi a Betlemme, lei lo registra come una azione contro Fatah e non contro Israele, ma anche se così fosse non capisco quale segno di speranza ci veda. Riesce poi a leggere le risoluzioni finali come segnali positivi, per esempio, " resistenza solo con mezzi legittimi ", le fa dimenticare che la lotta armata è sempre delegata alle Brigate al Aqsa, i cui strumenti di guerra mi sembra difficile possano essere definiti mezzi legittimi.Su Gerusalemme capitale dello Stato di Palestina, scrive che nel testo in arabo Abu Mazen specifica che si tratta della parte est della città, ma dimentica che Israele, il suo paese, ha detto chiaramente che la capitale non verrà mai più divisa, come fa dunque vedere nella volontà di Abu Mazen dei segnali positivi ? Invece li trova persino quando giudica come una proposta sensata quella del ritorno ai confini del ´67, mentre dovrebbe sapere quanto fossero indifendibili. Approva persino, Avital, il piano di pace arabo del 2002, sponsorizzato dall´Arabia saudita, inaccettabile da Israele, nei termini in cui è stato formulato. Termina, sostenendo che adesso ci sono migliori opportunità per seri negoziati, dato che l´Autorità palestinese, dopo il suo congresso, ha una leadership più forte, una base più vasta e una piattaforma politica più flessibile. Siamo nel mondo del Mago di Oz, Colette Avital, nuova Judy Garland, ci accompagna in un mondo che non esiste, dove tutto sembra fantastico, meraviglioso, fin tanto che non arriva il tragico finale, che obbliga Judy a svegliarsi dal sogno diventato incubo. Per sua fortuna, si ritrova nel suo letto, circondata dai suoi cari, e scopre che niente è più bello della propria casa. Avital non si è ancora svegliata perchè il momento dell´incubo non è ancora arrivato, finora Israele ce l´ha fatta a difendersi e uscirne senza lasciarsi distruggere. Pensare che la cosa possa andare avanti ancora per decenni, mi chiedo se abbia un senso, se sia logico continuare a immaginare di essere in un mondo che non c´è e continuare, come fa Colette Avital, con dei ragionamenti che tornano a suo onore, se Israele confinasse con la Svizzera e non avesse invece i vicini che ha. Per questo, cara Colette Avital, usa la tua intelligenza per percorrere strade nuove, il mago di Oz era un film indimenticable, ma da queste parti è meglio ricordare con chi si ha a che fare. Perchè il risveglio, un brutto giorno, non sia un incubo.

Angelo Pezzana


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