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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Chi scrive i rapporti dell’Onu 20/08/2009


Richard Goldstone e Navi Pillay

E’davvero un peccato che l’opinione pubblica italiana non sappia di più sugli stretti legami che intercorrono fra il Human Rights Council delle Nazioni Unite, controllato dai paesi arabi, e le relazioni che esso produce. Si è scritto poco anche sul giudice Richard Goldstone, strenuo odiatore di Israele, che a settembre presenterà il suo di rapporto, quello sul conflitto a Gaza dello scorso dicembre-gennaio. Nell’attesa, i lettori possono leggere, nella sezione di IC, le due analisi di Irwin Cotler, già Ministro della Giustizia in Canada, sul rapporto Goldstone uscite il 17 e il 19 agosto, per capire quale sia l’orientamento del giurista sudafricano. E’ dell’altro giorno la protesta dell’ambasciatore isrealiano presso la sede di Ginevra dell’Onu, Aharon Leshno Yaar, dopo che l’Alto Commissario per i Diritti Umani, Navi Pillay, aveva scritto di “ gravi violazioni dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, in modo particolare con i recenti attacchi militari contro il territorio occupato di Gaza”. L’intento propagandisco è evidente, basterebbe la sola definizione di Gaza quale “territorio occupato”, quando anche l’ultimo giornalista di Rai3 sa che a Gaza l’unico israeliano presente è Gilad Shalit, rapito tre anni fa. Eppure leggiamo un rapporto dell’Onu così platealmente schierato, senza che ci sia un moto di indignazione da parte dei nostri esperti di cose mediorientali. Certo, li capiamo, hanno poco tempo da dedicare a queste piccolezze, sono così impegnati a controllare quello che fa Israele che di tempo non gliene resta molto. E’ interessante però conoscere quale è stato il percorso di questo rapporto. Compilato a Ramallah dall’Autorità palestinese,è stato poi esaminato da un gruppo di avvocati palestinesi a Ginevra, in modo che venisse approvato dalla lobby araba che controlla il Human Rights Council. Poco importa che ignori i fatti, le risposte israeliane in merito alle accuse per l’operazione “piombo fuso”, l’importante è che mantenga e sottolinei il pregiudizio contro Israele. Tutta presa dalle accuse, la signora Pillay si è dimenticata che a Gaza operava una forza terrorista chiamata Hamas, che aveva le basi militari dentro edifici civili, che usava i cittadini quali scudi umani, che impediva loro di mettersi in salvo obbligandoli a diventare degli scudi umani dietro ai quali operavano i coraggiosi “militanti”e che da anni lanciava missili contro le città israeliane di frontiera. Di tutto questo non vi è traccia nel rapporto dell’Onu, ma siamo pronti a scommettere che questa assenza verrà notata da pochi, così come le esecuzioni in stile mattanza di questi giorni a Gaza hanno indignato persino Abu Mazen, ma non hanno urtato la sensibilità dei nostri odiatori-manipolatori. Sarà che era un po’ difficile attribuirle a Israele, sarà per questo che sono passate sotto silenzio.

Angelo Pezzana


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