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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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La faida di Gaza e gli atacchi contro Israele 18/05/2007
Chi avesse voluto ieri farsi un’idea di quello che stava succedendo a Gaza , leggendo i giornali o seguendone le vicende dai telegiornali, avrebbe dovuto faticare non poco per districarsi in mezzo a cronache confuse e a titolazioni di fantasia. In merito a queste ultime, la palma d’oro spetta alla Stampa, che, pur di addolcire la realtà della guerra civile in atto a Gaza, ha titolato “ Ancora violenze tra i palestinesi che non si amano”, come se i 37 morti nelle strade negli ultimi tre giorni fossero stati il risultato di altrettante scenate di gelosia con relativo delitto d’onore, invece di essere un normale e quotidiano regolamento di conti, politici e per il mantenimento del potere, fra Hamas e Fatah. Così vuole il politicamente corretto, con il risultato di mischiare le carte in tavola, per cui al povero lettore, ingannato in più dai telegiornali che annunciano la “ rioccupazione “ di Gaza da parte degli israeliani, mentre sugli schermi tv  appaiono immagini di case incendiate e colonne di fumo verso il cielo, non resta altro da dedurre che la responsabilità è ancora una volta di Israele, la cui intenzione vera e nemmeno più tanto nascosta è quella di riprendersi Gaza. Che è quanto sostiene Hamas, ed è quanto può pensare il normale lettore/spettatore che segue i TG o le pagine degli esteri dei giornali, senza essere un esperto di cose mediorientali. Naturalmente niente è più falso. Israele non solo è uscita da Gaza per non tornarvi, ma se è costretta a rimettervi temporaneamente piede ciò è dovuto soltanto dal dovere di difendere i suoi cittadini che vivono al sud dai continui bombardamenti che rendono impossibile la vita a Sderot e nelle città vicine. Missili Kassam che provocano in continuazione feriti e morti, questi ultimi di rado, per fortuna, ma sempre danni alle abitazioni, una condizione di vita che esaspera chi ha la disgrazia di vivere non lontano dal confine con Gaza.  Dove il governo palestinese, quello uscito “democraticamente “ dalle urne con a capo Hamas, invece di amministrare la Striscia finalmente “liberata” dagli occupanti israeliani, non fa altro che attaccare Israele, ovviamente tra una carneficina locale e l’altra. Di fronte a quanto succede, che s’inventa il nostro esimio Ministro degli Esteri ? Invece di chiedere al governo palestinese l’immediata cessazione degli attacchi missilistici contro Israele, che la piantino di ammazzarsi fra loro per occuparsi di cose serie, si offre di mandare una “ forza di pace “ a Gaza, come se le lotte all’ultimo sangue intergovernative palestinesi riguardassero la nostra politica estera. D’Alema si è  ben guardato dall’esprimere un qualsiasi giudizio di condanna sulla condotta di Hamas contro Israele. Quando c’è di mezzo lo Stato ebraico la prudenza non è mai troppa, è il conflitto che si è aperto a Gaza a preoccuparlo. E non ha tralasciato di coivolgere Israele in quanto vi succede, in pratica negando a un paese attaccato il diritto di difendersi. Dove non si smentisce è nell’equidistanza. Per lui, Israele che si difende e Hamas che attacca, sono la stessa cosa.


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