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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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La sovrapposizione del tema centrale del tradizionale anti-semitismo e anti-israelismo 01/09/2014

La sovrapposizione del tema centrale del tradizionale anti-semitismo e anti-israelismo.
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)


L'antisemitismo nazista e quello islamico a braccetto

La classica sovrapposizione del tema centrale dell’anti-semitismo è quella degli ebrei che incarnano il male assoluto. La troviamo nei tre più comuni tipi di anti-semitismo: religioso,nazionale/etnico e anti israeliano. La rivendicazione demoniaca che gli ebrei erano il male assoluto è stata diffusa abbondantemente per molti secoli. Questa atroce menzogna - e le sue principali derivazioni - sono rimaste le stesse attraverso gli anni. Oggi viene diffusa in modo differente a seconda del luogo e delle situazioni.

La percezione di ciò che costituisce il male assoluto è cambiata attraverso i secoli. Nell’anti-semitismo cristiano, l’atto peggiore fra tutti era stato il deicidio. Gli ebrei erano accusati di avere ucciso Gesù, ritenuto dai fedeli cristiani il figlio di Dio.

Finchè il cristianesimo rappresentava interamente la pubblica opinione, l’ebreo era spesso rappresentato come l’assassino di Dio, l’anti-Cristo o Satana. Così ha descritto Joshua Trachtenberg l’immagine dell’ebreo medievale: “stregone, omicida, cannibale, avvelenatore, blasfemo”
Joshua Trachtenberg, The Devil and the Jews, (Cleveland: Meridian, 1961), 159.
La demonizzazione degli ebrei da parte della Chiesa, come padre Crisostomo, ebbe inizio nel 4° secolo.
Manfred Gerstenfeld, interview with Pieter van der Horst, “The Origins of Christian Anti-Semitism,” Post Holocaust and Anti-Semitism, 81, 5 May 2009.

Al secondo livello troviamo l’anti-semitismo nazionale/etnico,dove gli ebrei come male assoluto riappaiono con nuove rappresentazioni. In tempi segnati da un forte nazionalismo, gli ebrei vengono visti come elementi totalmente estranei, quindi denunciati come appartenenti a “quinte colonne”. Quando il punto centrale è la razza, gli ebrei sono classificati come i più inferiori.

Con il progredire della modernità, la falsa accusa di avere ucciso il figlio di Dio perse un po’ del suo significato per molti europei, per cui si dovette reinventare il motivo centrale, che gli ebrei erano i portatori di ogni disgrazia. I nazisti si ritenevano dei superuomini mentre gli ebrei erano sub-umani, la radice di ogni corruzione morale e sociale, quindi il male assoluto. Venivano raffigurati, fra le molte accuse, di essere anche dei parassiti e portatori di virus, per cui dovevano essere sterminati.

In un ambiente in cui il nazionalismo stava diventando un valore prioritario, gli ebrei venivano anche accusati di essere cosmopoliti e sleali verso i paesi dove vivevano. Questo spiegava il loro essere individui spregevoli che agivano contro gli interessi dei loro paesi. Seguiva poi l’accusa di voler controllare il mondo intero. Il testo che diffuse questa teoria della cospirazione era I Protocolli dei Savi di Di Sion, un falso del regime zarista che aveva avuto una enorme diffusione.
Hadassa Ben-Itto, The Lie That Wouldn't Die: The Protocols of the Elders of Zion, (Edgware: Vallentine Mitchell, 2005).

Nelle società occidentali contemporanee, il male assoluto, la Shoah e il genocidio, è invece quello percepito dai Tedeschi e dai loro alleati durante la 2a Guerra mondiale. Dopo la guerra, per un certo tempo, l’anti-semitismo è diventato nell’opinione pubblica politicamente scorretto. La gente capì che se esisteva un male assoluto questo era rappresentato da una fetta dell’Europa, non dagli ebrei. Per molti altri, comunque, era difficile ammetterlo. Occorreva inventare una nuova accusa per attaccare gli ebrei, rappresentati questa volta da Israele, lo Stato degli ebrei.

La raffigurazione degli israeliani come nazisti si diffonde con il Mandato britannico sulla Palestina negli anni’40. Il paragone tra Israele e nazismo si sviluppa fortemente all’interno del mondo comunista. Simon Wiesenthal scrisse nel 1968 che la Germania dell’Est era su posizioni contro Israele più di ogni altro paese comunista.
J. H. Brinks, “Political Anti-Fascism in the German Democratic Republic,” Journal of Contemporary History, Vol. 32, No. 2 (1997): 207-17.

Il tema della cospirazione degli ebrei ricorre spesso anche oggi, per esempio nei programmi delle televisioni arabe, una comunicazione molto più diretta e convincente di giornali o libri. Il falso dei Protocolli dei Savi di Sion viene costantemente ristampato in molti paesi occidentali, come la Norvegia.
Erez Uriely “Jew-Hatred in Contemporary Norwegian Caricatures”, Post-Holocaust and Anti-Semitism, 50, 1 November 2006.

Il tema della cospirazione veniva citato nel Rapporto sull’Inchiesta dei partiti inglesi presenti in Parlamento, che scriveva: “ Abbiamo appurato che le teorie sulla cospirazione ebraica sono contenute in molti documenti recenti che sono stati esaminati”.
Report of the British All-Party Parliamentary Inquiry into Anti-Semitism (London: Stationery Office Ltd, September 2006), para. 96.

Ciò che sappiamo oggi su questo argomento differisce molto da prima, dopo la fine del nazismo e del comunismo. E’ la corrente jihadista dell’islam a rappresentare il movimento che più di ogni altro mira alla conquista del mondo.
Un’altra espressione anti-semita è quella che definisce gli ebrei – e anche Israele – come male assoluto, è la pretesa che siano dietro ogni disastro. Questo tema ricorre spesso in molti modi, impliciti o espliciti, come il voler vedere il conflitto israelo-palestinese come il maggior pericolo per il mondo intero.

Le tre varianti di anti-semitismo, religioso,etico/nazionalista e contro Israele, hanno un certo numero di caratteristiche in comune. Vi è la promozione, continua e profonda, dell’odio contro gli ebrei. Aggressioni verbali e fisiche contro ebrei e israeliani, che vengono giudicati entrambi con un unico doppio standard lontano da ogni realtà.

La demonizzazione nei suoi vari aspetti permea gradualmente la pubblica opinione. Con il passare del tempo, le accuse diventano sempre più complesse e difficili da sbrogliare. I nemici di Israele sfruttano queste basi ogni volta che le circostanze lo permettono, quando vogliono attaccare singoli individui o gruppi, o quando serve un capro espiatorio in un dato momento.

L’accusa che gli ebrei e Israele sono responsabili dei mali del mondo ha una lunga tradizione. Gli ebrei venivano incolpati della diffusione di molte malattie infettive, come la Peste Nera nel 14° secolo. I tedeschi inventarono l’espressione “pugnalata alla schiena” (Dolchstoss), una leggenda che attribuiva agli ebrei la sconfitta della Germania nella 1° guerra mondiale. Un tema che venne poi sfruttato dai nazionalsocialisti nella loro propaganda criminale anti-semita. Quando venivano trovati i corpi di bambini cristiani scomparsi, si dava sovente la colpa agli ebrei di averli uccisi, adducendo a spiegazione il motivo religioso. Dal 12° secolo, l’accusa del sangue divenne un classico tema anti-semita. Oggigiorno l’accusa del sangue riemerge, modificata, nei confronti di Israele.

Dopo un grave disastro in una miniera in Turchia nel maggio 2012, il quotidiano filo-governativo Yeni Akit attaccò in prima pagina il proprietario della Soma Coal Mine Company perché aveva un genero ebreo. Il giornale scriveva che era questa la ragione per cui i media “stranieri” accusavano l’allora Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan per quella tragedia.
“ADL Expresses Concern Over Conspiracy Theories About Jews Made by Turkish Politicians and Media in Reference to Mining Accident,” ADL, 22 May 2014.

Oggi, quando molte ideologie promuovono l’universalismo, è lo Stato di Israele a essere demonizzato, accusato di essere nazionalista, razzista e colonialista. In aggiunta lo si accusa di commettere genocidio comportandosi come i nazisti. Così viene percepito in modo diffuso in Europa.

Vari sondaggi evidenziano quanto l’odio per Israele si stia diffondendo. Una parte di questi dati sono forniti da una ricerca pubblicata nel 2011 dall’Università di Bielefeld, - library.fes.de/pdf-files/do/07908-20110311.pdf - svoltasi in sette paesi europei. Alla fine del 2008, i ricercatori interrogarono mille persone, dai 16 anni in su, in ogni paese. Una delle domande era se erano d’accordo con l’ affermazione che Israele stava perpetrando una guerra di sterminio contro i palestinesi. Più del 40% degli intervistati aveva risposto di sì. Per cui almeno 150 milioni di cittadini europei hanno una visione demoniaca di Israele.

 
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta.


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