Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

 
Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
<< torna all'indice della rubrica
Essere ebrea ad Amsterdam oggi 16/02/2014
 

Essere ebrea ad Amsterdam oggi
Manfred Gerstenfeld intervista Hannah

 (Traduzione di Angelo Pezzana)

" Hannah è stata per molti anni infermiera. Visto quel che succede oggi in Olanda, il suo nome in questa intervista non corrisponde a quello vero. “

Nell’ospedale di Amsterdam dove ho lavorato come infermiera sino a poco tempo fa, erano queste le frasi che sentivo sugli ebrei: ‘ Voi ebrei avete conoscenti dappertutto’ oppure ‘Voi ebrei siete tutti ricchi’. Dato che non nascondevo di essere ebrea, erano molti quelli che mi vedevano come uno ‘ stereotipo ‘ dell’ebreo.

“ In quell’ospedale ho lavorato per più di dieci anni, i miei compagni di lavoro sapevano che mio figlio aveva fatto il soldato in Israele. Questi erano i commenti: ‘ è lì che ammazzano i palestinesi’. Lo dicevano anche medici generici e psicologi. Il capo del dipartimento medico spesso discuteva delle ‘sofferenze dei palestinesi’. Mi attaccava direttamente ogni volta che c’era qualche articolo sulla politica di Israele sui giornali. “

 “ Ogni volta che usciva un articolo su Israele, molti volevano discuterne con me. Si comportavano come se io fossi responsabile della politica di Israele. Non succede mai che si chieda a qualcuno che ha famiglia in Italia ‘Quale nuova pazzia ha fatto oggi  Berlusconi ?’

“ Prima delle lezioni mi chiedevano per chi avrei votato, io rispondevo per il partito che sta dalla parte di Israele. Non ce ne sono molti, quindi gli ebrei dovrebbero fare attenzione a chi dare  il proprio voto. La risposta era ‘ Ci sono argomenti più importanti’. Dicevano così quando molta gente in Olanda vota il partito che difende gli animali.

 “ Nella maggior parte dei casi evitavo la discussione, non aveva senso confrontarsi con chi ragionava in questo modo. Recentemente sono stata in Israele con due colleghi. Il capo del nostro dipartimento rivolgendosi a loro, gli ha chiesto ‘perché volete andare proprio lì ? Non c’è un altro paese dove andare in vacanza ?’ Non l’avrebbe mai detto se si trattava della Tailandia o dell’Indonesia. Ma su Israele e sugli ebrei va bene tutto.

 “ Qualche volta non ce la faccio a sopportare questo comportamento, per non rimanere passiva, allora prendevo io l’iniziativa. Dopo l’affare della Flotilla per Gaza, ho mostrato le foto delle fionde, i coltelli e le armi trovate sulla nave che avevo preso da internet. Il capo dipartimento trovò normale che le avessero e approvava qualunque cosa avessero fatto i nemici di Israele, per quanto assurdo potesse essere.

 “ Nel mio ambiente di lavoro ho sempre detto come la pensavo, non so se questo mi ha danneggiato professionalmente, è difficile da provarlo. Qualche volta ho lasciato correre, anche perché nella discussione ero isolata. ‘Devo lavorare con questa gente’, pensavo, ‘ Devo stare attenta’

 “ Come ebrea nell’Olanda di oggi, devo fare sempre attenzione a quel che dico. Nel mio ambiente gli ebrei sono considerati dei diversi. Se dicessi ‘ potrei tradferirmi in Israele se i miei figli volessero rimanere qui’, devo cercare di dirlo facendo attenzione alle parole che uso. D’abitudine la gente è educata quando ti parla, un olandese non direbbe mai a voce alta ‘sporco ebreo’, ma non sai mai quello che ti dicono alle spalle. In Olanda ci sono anche notevoli discriminazioni contro omosessuali e immigrato non occidentali. Ma su questi argomenti gli olandesi non sono ipocriti.

“ Nel nostro ospedale vengono molti pazienti immigrati dal Marocco, dalla Turchia e da latri paesi, davanti a loro facevo attenzione a non far sapere che ero ebrea. Le donne musulmane portano il velo, dimostrano così la loro appartenenza religiosa, oppure dicono che seguono il Ramadan. Come ebrea in Olanda, io faccio l’opposto, i pazienti non sanno che sono ebrea, non lo capiscono dal mio aspetto, anche se qualche volta porto una Stella di Davide, dipende dal mio umore quel giorno.

 “ Se un musulmano scopre che sono ebrea, potrebbe avere una reazione razzista. Un marocchino del quale avevo curato il figlio, andò dal suo medico, dicendogli che non voleva che una infermiera ebrea curasse suo figlio. E il medico lo mandò in altro ospedale. La risposta del medico mi sembrò decisamente sbagliata.

 “ Ho ricordato questo fatto del padre marocchino al mio reparto, che includeva anche due medici e uno psicologo, ‘ una cosa è quanto ha fatto il padre, ma diverso è il caso del medico’ ho detto. Mi guardarono ridendo. Da lì ho capito che dovevo essere molto più attenta con loro.

 “ Ho raccontato il caso del padre marocchino e la risposta del medico al CIDI, il centro olandese che si occupa di antisemitismo. Mi fu detto che avrebbero scritto a dei giornali di medicina, ma non ne ho più saputo nulla.

 “ Allora ho cercato lavoro altrove. Non parlai mai della mia religione e informo con cautela sul mio passato. Per gli ebrei in Olanda è diventato sempre più difficile parlare liberamente della propria religione. Questo si spiega con l’aumento della popolazione musulmana, la svolta a destra della società e l’aumento della intolleranza. Così come con l’ignoranza della storia e l’erosione dei valori civilii e umani olandesi.”

Manfred Gerstenfeld è presidente emerito del  “Jerusalem Center for Public Affairs” di Gerusalemme. Ha pubblicato più di 20 libri. E’ stato di recente ristampato il suo libro “ Israel’s New Future” con una nuova introduzione e il nuovo titolo di “Israel’s New Future Revisited”.
Il suo nuovo libro può essere acquistato su Amazon


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui