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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Il bieco anti-sionismo dei trozkisti francesi 16/06/2013

Il bieco anti-sionismo dei trozkisti francesi
Manfred Gerstenfeld intervista Simon Epstein

(Traduzione di Angelo Pezzana)


Simon Epstein

Simon Epstein insegna alla Hebrew University di Gerusalemme, è stato direttore del “Centro Internazionale Vidal Sassoon per lo Studio dell’Anti-semitismo”.Dal 1982 ha pubblicato libri e analisi su razzismo e anti-semitismo.

 “ Per molti decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale, i comunisti sono stati in Francia i principali diffusori dell' anti-sionismo.
Il loro declino negli ultimi 20 anni si accompagna con la  crescita elettorale di un’altra rilevante forza anti-sionista, i trotzkisti.
Oggi, anche se divisi, formano la maggior componente dell’estrema sinistra francese.

 “ L’anti-sionismo dei trotzkisti francesi è nato negli anni’20 e non è mai stato moderato da un periodo pro-Israele, come successe ai comunisti nel 1947/1948, infatti non accettarono mai l’esistenza di Israele.
Insieme ai comunisti, cercano di accattivarsi – con tutti i mezzi – le componenti arabo-islamiche della società francese. Il loro obiettivo è chiaro, vogliono sostituire la tradizionale classe operaia, che per varie ragioni sociologiche si sta assottigliando,quale bacino politico-elettorale. Questa strategia ha dato vita a un anti-sionismo bieco, spesso persino più grave di quello comunista.

 “ Un fattore base separa I comunisti dai trotzkisti e da altre componenti dell’estrema sinistra francese, e riguarda la relazione con la Seconda Guerra Mondiale e la Shoah. I comunisti rimangono affezionati alla loro posizione storica,  essenzialmente anti-nazista, e che passa sotto silenzio i due anni tra il Patto tedesco-sovietico (Agosto 1939) e l’attacco tedesco all’Unione Sovietica (Giugno 1941).
Definiscono poi “vittime del fascismo” in modo generico, senza citare in modo specifico gli ebrei. L’anti-nazismo, in tutti i suoi aspetti, rimane parte dell’eredità ideologica e culturale del Partito Comunista francese. La legge che condanna il negazionismo della Shoah, ad esempio, venne approvata su iniziativa del parlamentare comunista Jean-Claude Gayssot nel 1990.

 “ I trotzkisti si comportano in modo del tutto differente. Rimangono fedeli al principio di neutralità, adottato durante la Seconda Guerra Mondiale, proclamano che il proletariato non avrebbe dovuto schierarsi nella titanica guerra fra due forze egualmente detestabili: l’imperialismo tedesco e quello anglo-americano.
Durante lo sbarco in Normandia degli Alleati il 6 giugno 1944, i trozkisti francesi, sul loro giornale clandestino, titolavano a proposito della occupazione alleata e tedesca della Francia “ Sono uguali”.
Questa posizione impedì alla gran maggioranza dei trozkisti di partecipare ad azioni contro l’occupante tedesco. Alcuni trozkisti non ebrei divennero persino collaboratori dei nazisti. Nelle sue memorie, il matematico ex trozkista Laurent Schwartz conferma che i trozkisti erano del tutto indifferenti al destino degli ebrei nell’Europa occupata.

“ Dopo la fine della Guerra, i trozkisti continuarono a non interessarsi alla Shoah. Questo risulta dal fatto che fino agli anni’80, gran parte dei leader trotzkisti erano ebrei, anche se cercavano di nascondere la loro identità adottando nomi tipicamente non ebraici, anche se poi era risaputo che lo erano. Non menzionarono mai la Shoah, sperando così di nascondere la loro origine e apparire degli autentici militanti internazionalisti. Malgrado ciò, ignorare la Shoah,divenne sopra ogni altra considerazione, un aspetto ideologico. Dopo che Auschwitz distrusse l’affermazione trozkista che i due imperialismi che si combattevano nella Seconda Guerra Mondiale erano “ equivalenti”, non restava loro altra alternativa se non sradicare Auschwitz dalla loro memoria politica collettiva.
Non dobbiamo infatti dimenticare che alcuni negatori della Shoah provengono dall’estrema sinistra, sarebbe sbagliato ritenere questo fenomeno come esclusivo dell’estrema destra.

 “ Se conviene politicamente, l’estrema sinistra francese è pronta a introdurre la Shoah fra i propri temi e nelle campagne politiche-elettorali. Lo fece quando nel 1984 il Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen ebbe i primi successi  con la campagna anti-immigrati. Per mobilitare la pubblica opinione contro Le Pen, alcuni intellettuali richiamarono il genocidio contro gli ebrei, ritenendolo finalmente degno di pubblica utilità. Divenne un fattore importante, perché protesse arabi e musulmani dagli attacchi del movimento dell’ estrema destra francese. Va però ricordato il richiamo alla Shoah da parte dei militanti di sinistra durante la prima intifada e,soprattutto, la seconda.
In questo caso serviva per giustificare il loro estremo anti-sionismo, che accusava gli israeliani di fare ai palestinesi ciò che i nazisti avevano fatto agli ebrei. Fu così che i crimini dei tedeschi rivestirono un nuovo ruolo storico. Resero possibile ai trozkisti l'uso della Shoah contro gli ebrei, demonizzando gli israeliani con la diffusione di una visione totalmente falsa del conflitto mediorientale.

Epstein conclude: “ in entrambi i casi, le sofferenze degli ebrei sono diventate uno strumento della strategia dell’estrema sinistra, attrarre, reclutare e mobilitare gli arabi/musulmani francesi.”

Manfred Gerstenfeld fa parte del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, dove è stato presidente per 12 anni.
Nel 2012 ha ricevuto il " Lifetime Achievement Award" dal Journal for the Study of Anti-semitism"
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