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Manfred Gerstenfeld
Israele, ebrei & il mondo
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Europa/Onu: stessi pregiudizi contro Israele 08/06/2013

 Europa/Onu: stessi pregiudizi contro Israele
Manfred Gerstenfeld intervista l’ Ambasciatore Dore Gold

 (Traduzione di Angelo Pezzana)

 Dore Gold è stato presidente del “ Jerusalem Center for Public Affairs” dal 2000 e ambasciatore di Israele alle Nazioni Unite negli anni 1997-1999


Amo veramente il vostro lavoro

                                                           Dore Gold

 “ Israele non può fare affidamento sull’Europa nel momento del voto alla Assemblea Generale dell’Onu. Lo si è verificato lo scorso novembre con il voto che ha attribuito ai palestinesi lo status di Osservatore/Stato non membro. L’unico Stato europeo a votare contro è stata la repubblica ceca. Mentre, con altri, si astenevamo Germania, Olanda e Gran Bretagna, e votavano a favore Belgio, Cipro, Francia, Italia, Portogallo e Spagna. Va ricordato che che l’Unione Europea aveva firmato nel 1995 gli accordi di Oslo II, che proibivano atti unilaterali di qualsiasi tipo, ma questo non ha impedito il voto di molti stati europei a favore dei palestinesi. In più, e da molti anni, l’Assemblea Generale Onu ha votato ogni anno 20 risoluzioni contro Israele. Ci sono state astensioni da parte europea in alcuni casi, ma quasi sempre c’è stato il voto favorevole insieme al gruppo dei Paesi Non Allineati (NAM).

 “ Per capire come la posizione europea verso Israele si è ulteriormente deteriorata negli ultimi anni, è utile analizzare come il diritto di Israele ad avere confini sicuri è stato delegittimato con la complicità dell’Unione Europea.
Dopo la Guerra dei sei giorni del 1967, è stata la Gran Bretagna ad essere responsabile della Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza, che chiedeva a Israele il ritiro “da territori”- non “da tutti i territori”- che avrebbe permesso ‘confini difendibili’
Ma quando la Gran Bretagna è entrata a far parte della Comunità Europea (EEC) nel 1973, ha cambiato atteggiamento, sottoscrivendo (6 novembre 1973) una risoluzione che obbligava Israele a un pieno ritiro entro in confini dell’armistizio del 1949. In palese contrasto con la Risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza. La diplomazia europea iniziò così a delegittimare il diritto di Israele su Gerusalemme, compresa la parte occidentale. “ Una politica simile si manifestò nelle “Sessioni Speciali di Emergenza” dell’Assemblea Generale, convocate da una richiesta di almeno 90 membri. Possono essere indette durante tutto l’anno, non solo nei mesi da settembre a dicembre quando si svolgono quelle regolari. E’ raro che il Consiglio di Sicurezza e le Sessioni Speciali di Emergenza si riuniscano in Assemblea Generale quando avviene un genocidio, per esempio in Ruanda o in Darfur.

“ Si riuniscono invece, con il sostegno dell’Unione Europea, per discutere argomenti marginali che coinvolgono Israele. Nel luglio 1997, per esempio, gli Stati arabi convocarono questa Sessione Speciale di Emergenza sulle costruzioni di Israele a Gerusalemme Est e nel quartiere collinare di Har Homa. Sessioni come questa ne sono state convocate dieci, è avvenuto anche che la stessa sessione venisse indetta più volte. L’argomento era sempre Israele e il Medio Oriente.

" Ero ambasciatore all'Onu quando la Sessione Emergenza discusse su Har Homa, per cui avevo controllato  se si era riuntita quando i sovietici avevano invaso  l'Afghanistan o la Cecoslovacchia, quando il VieNam invase la Cambogia, la Turchia Cipro, l'India il Pakistan o il Marocco il Sahara Occidentale. Scoprii che in 50 anni dalla Convenzione di Ginevra, la comunità internazionale non chiese mai la convocazione degli stati implicati nei conflitti. Sino ad oggi, l'unico caso è stato la costruzione di un condominio su una collina di Gerusalemme, decisione presa con il pieno sostegno dell'Unione Europea.

" Questo comportamento ha portato alla politicizzazione delle leggi umanitarie internazionali, danneggiandone gli accordi.
Molti si sono illusi che le relazioni di Israele con l'Onu - e quindi con la UE- fossero migliorate dopo gli accordi di Oslo. Una delle prime cose che ho fatto quando sono arrivato a New York nel 1997 è stato esaminare come avevano votato nei confronti di risoluzioni critiche verso Israele gli stati membri dell'Onu.

“ Mi sono sempre opposto al mito della ‘ relazione romantica’ di Israele con l’Onu che andava di moda negli anni ’90. Il primo accordo di Oslo venne firmato il 13 settembre 1993, ebbene, dopo soli tre mesi l’Assemblea Generale dell’Onu incominciava ad adottare la politica delle risoluzioni anti-Israele.

“ Nel luglio 2004,l’Assemblea Generale adottava una risoluzione che approvava il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia sulla barriera difensiva che Israele stava costruendo. Ci si poteva attendere una astensione da parte della UE, ma, sotto la leadership della Francia, l’UE votò a favore.

“ Gli europei hanno una lunga tradizione di ‘doppio standard’ nei confronti di Israele da un lato, e verso il mondo arabo dall’altro. Esercitano pressioni su Israele e trattano con i guanti gli Stati musulmani e quelli arabi fondamentalisti. Da qui alla demonizzazione dell’intero popolo ebraico il passo è breve.
Questo processo unisce anti-sionismo e gli attacchi contro i legittimi diritti del popolo ebraico all’anti-semitismo. Il tutto con l’aiuto della UE.

“ L’atteggiamento europeo all’Onu non è soltanto un segnale della politica scorretta verso Israele,ma rivela altresì la sua bancarotta morale. L’Europa è incapace di rappresentare il diritto di Israele alla sicurezza. Non è facile capire il perché di questa posizione così debole intellettualmente. Mi sono sempre chiesto se era dovuta a convenienza politica o a un vero convincimento.

 L’ambasciatore Dore Gold conclude : “ L’antico anti-semitismo cristiano si basava su argomenti teologici, mentre quello moderno si richiama a tesi politiche. Eppure entrambi diffondono le stesse false accuse contro il popolo ebraico”

Manfred Gerstenfeld fa parte del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs, dove è stato presidente per 12 anni.
Nel 2012 ha ricevuto il " Lifetime Achievement Award" dal Journal for the Study of Anti-semitism"
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