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Diplomazia/Europa e medioriente
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Attacchi ai cristiani 19/08/2023
Attacchi ai cristiani
Analisi di Michelle Mazel

(traduzione di Yehudit Weisz)


Israele, allarme delle Chiese a Gerusalemme: escalation di violenze contro  i cristiani, fanatici ebrei aggrediscono vescovo al Getsemani

Lo scorso febbraio, Le Monde ha dedicato un articolo indignato alle inciviltà subite da sacerdoti e da chiese a Gerusalemme: “Dall'inizio dell'anno,  nella Città Santa si sono verificati cinque atti di vandalismo o di aggressione perpetrati da ebrei. Le Chiese denunciano l'inerzia delle autorità israeliane.”  E il quotidiano aggiunge che per il patriarcato latino: “Non è affatto un caso che la legittimazione della discriminazione e della violenza nell'opinione pubblica e nell'attuale ambiente politico israeliano si traduca anche in atti di odio e violenza nei confronti della comunità cristiana.” Tuttavia, nella maggior parte dei casi, è stato il gesto di individui isolati a rivolgere insulti a un uomo di Chiesa o a provocare danni a dei luoghi di culto che, seppur di minore importanza, non sono meno scioccanti. La polizia israeliana, da parte sua, si è adoperata al meglio per trovare gli autori di questi atti, certamente oltraggiosi, ma che non hanno leso l'integrità fisica delle persone interessate.

Il quotidiano e la stampa francese in generale non hanno ancora avuto il tempo di approfondire invece altri attacchi, diversamente violenti, perpetrati contro i cristiani una decina di giorni fa. Certamente non sono stati opera di ebrei. Questo è accaduto in Pakistan, più precisamente a Jaranwala nella provincia del Punjab. Secondo la polizia locale, una folla urlante ha compiuto un vero e proprio pogrom contro la comunità cristiana, vandalizzando diverse chiese e saccheggiando e incendiando decine di case. Come causa, una voce che accusava due membri della comunità di aver “bestemmiato.” Sarebbero state trovate delle pagine del Corano profanate da insulti scritti in rosso. La polizia non specifica chi abbia denunciato i due uomini e quali prove siano state fornite. La blasfemia è punibile con la morte in Pakistan – blasfemia contro l'Islam, ovviamente. Nessuno fino ad oggi è stato giustiziato per questo motivo, ma sono innumerevoli coloro che, spesso accusati senza prove, sono stati linciati da folle inferocite. I due abitanti di Jaranwala e le loro famiglie hanno avuto solo il tempo di fuggire prima che arrivassero i rivoltosi. Sempre secondo la polizia locale, vi erano migliaia di persone guidate da leader religiosi appartenenti a un partito politico islamico.  

Il disinteresse mostrato per questa vicenda, da parte dei media in Francia, è indubbiamente dovuto al fatto che non è affatto eccezionale e che, comunque, è inutile fare rimostranze alle autorità pakistane. I Paesi occidentali hanno capito che parole o azioni percepite come insulti all'Islam possono scatenare reazioni incalcolabili sia all'interno di questi Paesi sia nei confronti dei loro rappresentanti o dei loro interessi all'estero. La Svezia, vittima del suo liberalismo, sta vivendo oggi questa esperienza come una volta lo fece la Francia.

Puntare il dito contro lo Stato ebraico per piccoli abusi nel contesto delle tensioni tra le comunità religiose a Gerusalemme è mettersi a posto la coscienza senza grandi rischi. Nel frattempo, le “inciviltà” antisemite in Francia sia nei confronti di individui che di luoghi di culto e della memoria, continuano e rimangono impunite, con la polizia che si dimostra incapace di trovare i colpevoli.

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Michelle Mazel

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