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Ugo Volli
Cartoline
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Qualche riflessione dopo il silenzio 04/03/2018

Qualche riflessione dopo il silenzio
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli



Cari amici,
torno a scrivervi dopo un paio di settimane di lavoro all’estero che mi hanno tenuto lontano dalle cartoline. Lo faccio in una giornata cruciale per l’Italia, le elezioni su cui Informazione Corretta ha già preso posizione nei limiti della sua missione: no all’estrema destra fascista, non all’estrema sinistra antisraeliana e nostalgica di un socialismo che distruggerebbe la società italiana come ha fatto con il Venezuela (e prima con tanti altri paesi). No soprattutto ai 5 stelle, anche loro antisraeliani e nostalgici dello statalismo, ma soprattutto “portavoce” programmaticamente incompetenti e sotto contratto di una società commerciale, teleguidati da un potere interno opaco e non democratico, che vorrebbero estendere all’intera società italiana, distruggendo quel tanto di libertà che abbiamo costruito dopo la caduta del fascismo.

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Il controllo dll'Onu, a destra l'Iran

Per il resto, non siamo un partito, non diamo indicazioni di voto, siamo solo estremamente preoccupati per la nostra democrazia che non è mai stata tanto a rischio dal 1948. Tutte queste cose erano chiare quando sono partito e non sono cambiate per nulla, come non è cambiato il quadro del Medio Oriente che ci interessa di più. Il pericolo maggiore per Israele viene sempre dall’asse del male fra Iran, Assad, Hezbollah, Hamas, ambiguamente ma efficacemente protetti dalla Russia. I palestinisti stanno sempre a strillare improbabile ricatti a tutto il mondo (l’ultimo, ancora più buffo del solito è una minaccia di boicottaggio economico degli Stati Uniti… se non ci credete leggete qui:http://en.web1.inn.co.il/News/News.aspx/242413 ) 
e a organizzare agguati vigliacchi contro chi sospettano essere ebreo, 
Erdogan continua a fare il bullo. Tutti e tre, l’Iran coi suoi servi, i palestinisti ed Erdogan, sono adulati e appoggiati dall’Unione Europea, naturalmente, e dai paesi che accettano la sua linea politica. 

L’Italia, per esempio, aveva appena ricevuto con tutti gli onori il dittatore turco che la sua marina con un atto di pirateria ha sequestrato in alto mare una piattaforma di ricerca petrolifera dell’Eni, perché la ricerca che doveva fare era stata commissionata da Cipro, invasa e per metà occupata da decenni e anche colonizzata dalla Turchia. 
Ma come l’Europa non ha mai difeso Cipro dal colonialismo aggressivo della Turchia e non sta difendendo ora la Grecia dalla violazione turca della sovranità di alcune isole che le appartengono dal 1923, così l’Italia non ha neanche provato a difendere la libertà di navigazione e di ricerca dell’Eni (società di interessa nazionale di cui il nostro stato è azionista di riferimento) da un atto di vera e propria pirateria.
Come diceva Don Abbondio, “il coraggio, uno non se lo può dare”. E neanche la credibilità internazionale.

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Netanyahu sulle Alture del Golan

E tutto il resto continua allo stesso modo: le guerre civili in Siria e in Turchia, la subdola avanzata iraniana, la politica americana divisa in Medio Oriente fra atti simbolici di Trump (l’ambasciata americana a Gerusalemme) e tenace continuità del Dipartimento di Stato sulle vecchie politiche (quel tanto che si sa dell’ennesimo “piano di pace” ).
In Israele continua l’assedio dell’apparato mediatico-giudiziario a Netanyahu, anche se ogni tanto vengono fuori le loro magagne, ne riparleremo; e continua la resistenza del più efficace primo ministro di Israele dai tempi di Ben Gurion e anche quella dell’elettorato, che non si lascia prendere per il naso e continua nei sondaggi a mostrare fiducia nella sua azione di governo. Insomma non ci sono strappi.

Ma è chiaro che vi è un meccanismo in moto, spinto dalla volontà di alcuni soggetti (Iran, Turchia, Russia, palestinisti, ognuno per quel che conta) di non lasciare che la situazione si stabilizzi e di continuare a cercare di rovesciare gli equilibri mediorientali, con la benedizione della sinistra e della burocrazia europea. Questo provoca resistenza da chi invece vuole la pace per risolvere i suoi problemi concreti -Egitto, Arabia - o continuare nel suo sviluppo -Israele -).
Il quadro del Medio Oriente va letto a partire dal conflitto fra il primo campo che ha una strategia di espansione, sovversione, guerra e il secondo che è interessato allo status quo e dunque alla pace. 
Continueremo a seguire questo braccio di ferro, consapevoli che la forza di Israele è l’elemento chiave per prevenire il rovesciamento dell’ordine della regione e la grande guerra che ne seguirebbe.

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Ugo Volli


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