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Ugo Volli
Cartoline
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Perché Israele ha deciso di smascherare i falsi amici europei 01/05/2017
Perché Israele ha deciso di smascherare i falsi amici europei
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

oggi in Israele si celebra Yom haZicharon, il giorno del ricordo dei caduti in difesa dello stato e delle vittime del terrorismo, in Israele e all’estero. E’ un momento di grande tristezza collettiva, paragonabile a Yom haShoah, il ricordo del genocidio, che si è svolto una decina di giorni fa. Come in ogni famiglia, in ogni casa in Israele si trova almeno un discendente o un parente delle vittime del nazismo, così è difficile trovare qualcuno che non abbia un coinvolgimento personale con coloro che hanno versato il loro sangue in difesa di Israele o sono stati colpiti dai terroristi. I soldati caduti che si ricordano sono 23.544, le vittime del terrorismo 4.128: un mare di sangue per un paese piccolo come Israele, che vorrebbe solo vivere pacificamente sulla terra dei propri avi, che la comunità internazionale gli ha assegnato quasi un secolo fa. E la commozione naturalmente è tanta, i cimiteri sono pieni, le cerimonie commemorative affollatissime, quando suona la sirena tutti si fermano dovunque siano, per un minuto di omaggio. Poi alla sera inizia la festa dell’indipendenza, che è allegrissima, molto popolare e partecipata anch’essa. E’ una salto di umore fenomenale per lo straniero che vi assiste, ma il suo contenuto è assolutamente logico: la gioia della libertà è figlia dei lutti per chi si è sacrificato per stabilirla e mantenerla, non vi è indipendenza senza una dolorosa, continua, e purtroppo sanguinosa autodifesa.

Spesso coloro che si occupano di Medio Oriente non si rendono conto di quanto sia realistico il punto di vista degli israeliani sulla sicurezza, di quanto sia chiaro a tutti che l’esercito di popolo, tecnologico sì, avanzato e spesso avveniristico, ma letteralmente costituito dalla vita dei figli di ogni famiglia, sia la condizione fondamentale della libertà e della sopravvivenza collettiva. Massada, la rivolta del Ghetto di Varsavia, il combattimento di uno a dieci nella guerra di indipendenza del ‘48, la conquista della città vecchia di Gerusalemme nel ‘67, giusto cinquant’anni fa, l’impresa di Entebbe, i mille atti di eroismo che hanno garantito sempre la vittoria a Tzahal (la sigla in ebraico delle forze di difesa di Israele) sono un patrimonio collettivo che si incarna nell’esperienza di tutti, custodito con amore e con onore in ogni casa israeliana.

Certo non se n’è reso conto quel pessimo politico, con forti (seppure probabilmente inconsce) venature antisemite nel suo profilo ideologico che è il ministro degli esteri socialdemocratico tedesco Sigmar Gabriel, della cui visita in Israele vi ha giustamente raccontato qualche giorno fa Deborah Fait (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=66164). Come ricorderete, Bibi Netanyahu ha annullato l’incontro con lui dopo che Gabriel si era rifiutato di cancellare le sue riunioni con le Ong antisioniste “Betzelem” e “Breaking the silence”: un grave incidente diplomatico. Ora non si tratta solo del fatto che Gabriel è forse oggi il più ultrasinistro ministro degli esteri europeo, paragonabile alla svedese Margot Wallström, che le autorità israeliane avevano pure rifiutato di incontrare durante la sua visita in Israele qualche mese fa (http://www.foxnews.com/world/2016/12/13/israeli-officials-will-not-meet-visiting-swedish-fm.html), o a Manlio di Stefano dei 5 stelle, designato da Grillo futuro ministro degli esteri se mai per disgrazia del nostro paese ci fosse un governo 5 stelle (http://www.linformale.eu/3572-2/).

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Il giorno del ricordo dei soldati caduti e delle vittime del terrorismo

Gabriel ha sostenuto qualche anno fa che Israele è uno stato di apartheid, suscitando scandalo in Israele (qualche lettore ci ha chiesto la fonte di questa notizia, ecco qui il link a due notissimi giornali tedeschi dell’epoca che raccontano lo scandalo: http://www.spiegel.de/politik/deutschland/gabriel-vergleicht-israels-palaestinenser-politik-mit-apartheid-regime-a-821601.html, https://www.welt.de/politik/deutschland/article13923353/Gabriel-nennt-Israel-Apartheid-Regime.html). Dopo il ritorno da Israele, Gabriel ha pubblicato un articolo che ha fatto scandalo, dicendo in sostanza che nessuno aveva il diritto di criticare lui, socialdemocratico, per le posizioni su Israele, perché i socialdemocratici erano stati al pari degli ebrei le prime vittime della Shoà (http://www.jpost.com/Diaspora/Outrage-over-German-Fms-belittling-of-Holocaust-489280): una demenziale invenzione storica che dimostra una totale incomprensione di quel che è stato il genocidio.

E neppure del fatto che queste organizzazioni, otre ad essere strutturalmente anti-israeliane, sono coinvolte, attraverso la persona di loro militanti, in storie terribile di torture e uccisione di arabi disposti a vendere terra agli ebrei (http://www.jewishpress.com/news/eye-on-palestine/palestinian-authority/revealed-land-broker-handed-to-pa-by-btselem-taayush-agents-died-of-torture/2017/04/28/). C’è un fatto assai più importante: queste organizzazioni sono in sostanza pagate da strati europei e fondazioni notoriamente antisraeliane (trovate qui i dati di “Breaking the silence: http://www.ngo-monitor.org/ngos/breaking_the_silence_shovirm_shtika_ e qui quelle di Betzelem: http://www.ngo-monitor.org/ngos/b_tselem/). Esse sono, insieme ad altre simili e all’azione diretta dei funzionari consolari, lo strumento dell’azione sovversiva dell’Unione Europea nei confronti dello stato di Israele: ne ignorano le leggi e i trattati internazionali (quelli che assegnano l’Area C di Giudea e Samaria all’amministrazione esclusiva israeliana), agevolano in tutti i modi (con soldi, materiali, organizzazione, appoggio logistico e politico) le costruzioni arabe in area C, svolgono un’incessante guerriglia giudiziaria e politica contro Israele e gli insediamenti (https://www.gatestoneinstitute.org/6266/europe-ngo-israel). E’ un modo neocoloniale di azione che nessun altro si permetterebbe in un paese indipendente e contro cui Israele, con cautela ma fermezza, ha deciso di reagire (http://www.jpost.com/Israel-News/Politics-And-Diplomacy/Netanyahus-muscular-diplomacy-489202).

Ma soprattutto queste organizzazioni che Gabriel ha incontrato, dando loro appoggio e riconoscimento, hanno l’obiettivo preciso di sovvertire l’esercito israeliano, incoraggiando delazioni anonime (e spesso molto dubbie) di episodi da denunciare come violazione delle convenzioni internazionali, raccogliendo informazioni su armamento e modalità operative dell’esercito, mettendo con ciò a rischio i soldati. Non a caso esiste una consistente corrente d’opinione in Israele per cui non basta togliere a queste Ong i privilegi fiscali e del servizio civile, né obbligarle a rivelare i finanziamenti stranieri, come il govedrno Netanyahu ha fatto suscitando isteriche proteste dell’ultrasinistra interna e della diplomazia europea, ma bisognerebbe proprio espellerle dal paese (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/205098). Incontrare queste organizzazioni alla viglilia di Yom Hazicharon è un insulto all’amore degli Israeliani per il loro esercito e al lutto per i caduti.

Ma c’è di più. La Germania (e dunque Gabriel come ministro degli esteri) è stata parte attiva nei negoziati che probabilmente porteranno domani al voto di un’ennesima mozione antisraeliana su Gerusalemme all’Unesco (http://www.jpost.com/Israel-News/Politics-And-Diplomacy/Israel-blames-Germany-for-EU-support-of-UNESCO-anti-Israel-resolution-489358), di cui vi ho parlato ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=66189). Vedremo domani come si evolverà la situazione e soprattutto come voterà l’Italia. E’ chiaro che il comportamento tedesco ha sostituito la politica di Obama da quando negli Stati Uniti c’è finalmente un presidente amico di Israele. Ma come faceva Obama, questa politica ostile e neocoloniale delle socialdemocrazie europee contro Israele si traveste da preoccupazione amichevole. E anche Gabriel, immancabilmente, si è proclamato amico di Israele, sollecito a fare il suo bene, anche contro Israele stesso (che è un mantra tipico degli antisionisti di sinistra, l’ha detto anche Gad Lerner nella sua terribile intervista radiofonica contro la Brigata Ebraica https://www.radioradicale.it/scheda/506660/celebrazione-del-25-aprile-a-roma-intervista-a-gad-lerner). Contro questi falsi amici, vi raccomando la risposta di Menachem Begin, che rispose così a un console tedesco – guarda un po’, proprio tedesco – che gli rimproverava la sua opposizione alla costituzione di uno stato palestinese che sarebbe stata a suo giudizio essenziale per la sicurezza di Israele: https://www.youtube.com/watch?v=4Qc8j1lIqJs. Guardate questo filmato, vi prego, ne vale la pena, è anche questo un modo di ricordare l’indipendenza di Israele.

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http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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