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Ugo Volli
Cartoline
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La farsa delle scuole dell’UNRWA 23/04/2017

La farsa delle scuole dell’UNRWA 
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari amici,

se leggete Informazione Corretta certamente avete sentito parlare dell’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East), una delle anomalie della bizzarra storia di quel paese inventato che usurpa il nome di Palestina. Se ignorate i dettagli, dovete sapere che l’Onu ha due agenzie per i rifugiati. Una si chiama UNHCR (Office of the United Nations High Commissioner for Refugees), è stata fondata nel 1950, si occupa dei rifugiati di tutto il mondo e ha un bilancio di 6,5 miliardi di dollari circa (http://www.unhcr.org/excom/icm/55e023559/2016-2017-proposed-budget-controllers-presentation.html), con 8000 dipendenti. L’altra per l’appunto UNRWA, ha circa 30.000 dipendenti e un bilancio di 1,24 miliardi di dollari (dati del 2011 - https://en.wikipedia.org/wiki/UNRWA) e si occupa solo delle "persone il cui luogo regolare di residenza residenza è stato in Palestina nel periodo dal 1 giugno 1946 al 15 maggio 1948, e che abbiano perso casa e mezzi di sussistenza a causa del conflitto del 1948" (naturalmente solo degli arabi, non degli ebrei oggetto di pulizia etnica durante la guerra, e non solo degli sfollati del 1948, ma anche dei loro discendenti di parte maschile.

Vi è un’evidente sproporzione fra la “Palestina” (che anche nei più esagerati deliri di grandezza dei suoi sostenitori non ha più di una decina di milioni di potenziali cittadini) e il resto del mondo che è fatto di sette miliardi e mezzo di abitanti di cui un bel pezzo sono per un verso o per l’altro coinvolti in fenomeni migratori. Ma la differenza principale è che l’UNHCR segue la ragionevole politica di integrare i propri assistiti, e non li considera più rifugiati quando hanno trovato una residenza e una posizione, mentre l’UNRWA ritiene che il ruolo di rifugiato o di palestinese sia senza scadenza e debba essere il più possibile conservato, rendendolo anche, come vi ho accennato, ereditario, sicché la maggior parte dei rifugiati “palestinesi” che assiste non hanno mai messo piede nei territori da cui pretendono di aver nome, e magari non lo hanno fatto neanche i loro genitori e perfino i nonni. Per stabilizzati che siano, per esempio in Cile, dove sono mezzo milione per lo più bene integrati, o in Giordania, dove sono la maggioranza della popolazione, l’UNRWA li attesta sempre come “rifugiati palestinesi”, seguendo la politica dei paesi arabi come il Libano e la Siria che non hanno mai voluto assimilarli, per quanto “fratelli”, onde poterli usare come arma contro Israele.

Ma l’UNRWA non è solo collusa con i governi arabi più estremisti, da quando si è stabilita un'autonomia palestinese si è soprattutto identificata con i regimi che l’hanno governata (la cleptocrazia di Fatah in Giudea e Samaria, il corrotto regime terrorista e clericale di Hamas a Gaza). Non solo le sue strutture (scuole e ospedali) sono state usate spesso per le operazioni terroristiche di Hamas, senza troppa opposizione da parte dell’agenzia dell’Onu, ma la stragrande maggioranza dei suoi dipendenti sono sostenitori del regime locale, fino a entrare, come è accaduto di recente a Gaza, negli organismi direttivi di Hamas (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/225577). In sostanza l’UNRWA è diventata per molti versi un braccio delle amministrazioni palestinesi, governata da una burocrazia intrisa dell’ideologia “postcoloniale” (https://www.unrwa.org/userfiles/201006109359.pdf) e spesso ha collaborato (o lasciato i suoi dipendenti collaborare, finché non fossero denunciati) con i settori più apertamente terroristi (http://israelbehindthenews.com/library/pdfs/HamasAssociationwithUNRWA-July2011.pdf).

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Il luogo in cui questa collaborazione è più evidente sono le scuole dell’UNRWA, che costituiscono una parte essenziale del sistema educativo palestinese (talvolta anche dentro il territorio “storico” di Israele), applicando il curriculum e usando i libri di testo approvati dai governi di Ramallah e di Gaza (http://www.foxnews.com/world/2017/01/04/un-sponsored-schools-using-anti-israel-textbooks-from-palestinian-authority.html), che sono pieni di esaltazioni del terrorismo, di incitamenti alla guerra, di odio per gli ebrei e Israele, insomma di razzismo e di revanscismo (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/219997). Questo incitamento alla guerra e al terrorismo, con il conseguente rifiuto della democrazia, ha suscitato molto scandalo (http://www.jns.org/news-briefs/2017/1/4/un-agency-slammed-over-school-textbooks-denial-of-israels-jewish-character#.WPuIK4jyjIU=), tanto che perfino gli Stati Uniti dell’epoca di Obama e l’Unione Europea ne hanno chiesto il cambiamento (http://israelbehindthenews.com/required-changes-in-palestinian-authorityunrwa-schoolbooks-to-conform-with-peace-policies-advocated-by-the-us-and-eu/14053/). E sembrava che l’UNRWA avesse deciso di adeguarsi (https://www.memri.org/reports/unrwa-working-amend-curricula-its-west-bank-and-gaza-schools-pa-hamas-oppose), anche perché minacciata, soprattutto dal Congresso americano, di un taglio dei finanziamenti. E’ bastata la notizia di un progetto di riequilibrare i libri di testo togliendo la disumanizzazione degli ebrei e l’incitamento al terrorismo, per provocare durissime proteste (sia di Hamas che dell’Autorità Palestinese di Ramallah (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/226885), con la minaccia di sospendere i rapporti (in cui, ricordiamocelo, l’UNRWA è quella che mette i quattrini, sia pur raccolti dai contribuenti europei e americani e l’AP quella che li riceve) un giro di frenetici incontri (http://fr.timesofisrael.com/le-premier-ministre-de-lap-rencontre-le-chef-de-lunrwa-pour-discuter-education/).

Alla fine, inutile dirlo, la pressione palestinista sull’organismo dell’Onu ha vinto. L’UNRWA non cambierà né i curricula né i libri di testo (http://www.jewishpress.com/news/eye-on-palestine/unrwa-wont-be-changing-school-textbooks-and-curriculum/2017/04/18/), continuerà a insegnare terrorismo coi soldi dei contribuenti occidentali. Anche perché molto probabilmente è talmente permeata di ideologia antisraeliana che non aveva la minima voglia di cambiare (http://israelbehindthenews.com/unrwa-not-intention-changing-school-textbooks/15775/). E’ una storia istruttiva, che illustra ancora una volta (come in Libano, come altre volte nella storia), la sostanziale passività o complicità delle organizzazioni internazionali di fronte al terrorismo (http://www.israelhayom.com/site/newsletter_opinion.php?id=18863). Resta solo una speranza di cambiamento: che Trump, non essendo a sua volta passivo o complice com’era Obama, metta fine all’indegna commedia dell’UNRWA rifiutandosi di firmare nuovi assegni a questa organizzazione.

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