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Ugo Volli
Cartoline
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Chi sono oggi gli eredi di Hitler 19/04/2017
Chi sono oggi gli eredi di Hitler
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: la manifestazione per la Brigata ebraica il 25 aprile a Milano

Cari amici,

in queste cartoline io vi racconto indizi, segni piccoli e grandi che mostrano l’antisemitismo che continua, l’odio per Israele che ne promana e l’autodistruzione in corso dell’Europa. Partiamo da un dato che purtroppo si riaffaccia ogni anno in questa stagione. Il 25 aprile gli ebrei da sempre partecipano alle manifestazioni per la liberazione. Lo fanno perché sono state le principali vittime del nazifascismo, e dunque i più interessati alla liberazione; perché hanno partecipato intensamente alla Resistenza, molto più numerosi rispetto alla loro percentuale nella popolazione; perché lo scopo del nazifascismo era anche, con l’attiva complicità araba, di distruggere l’insediamento ebraico in Medio Oriente, che sarebbe diventato poco dopo lo Stato di Israele; perché la lotta anti-inglese per l’indipendenza di Israele fu sospesa di fronte al comune nemico nazista; e infine perché una “brigata ebraica” di volontari, inquadrata proprio nell’esercito britannico, partecipò con onore alla campagna alleata che portò alla liberazione del nostro paese. Vi sono dunque tutte le ragioni perché i simboli ebraici abbiano un posto d’onore nelle manifestazioni che celebrano la Resistenza, mentre se non altro per memoria storica bisogna ricordare che gli arabi della Terra di Israele (allora non si erano ancora inventati di chiamarsi palestinesi) si schierarono con i nazifascisti. Il loro capo, Muḥammad Amīn al-Ḥusaynī, muftì di Gerusalemme, in fuga dagli inglesi, fece tappa a Roma prima di trovare a Berlino amici, soldi, onore e il comando di una divisione di SS musulmane (https://it.wikipedia.org/wiki/13._Waffen-Gebirgs-Division_der_SS_%22Handschar%22).

Fra una Brigata ebraica che combatté in nazisti in Italia e una divisione di SS che combatté contro i partigiani in Fracia e Croazia, un partigiano vero non dovrebbe avere dubbi. Ma negli ultimi anni i simboli ebraici durante il 25 aprile sono stati spesso oggetto di contestazione da parte di estremisti di sinistra e lo stesso rischia di ripetersi fra una settimana, tanto che l’Anpi (quello milanese, non quello nazionale, che è stato spesso piuttosto amichevole verso i nazipalestinesi), ha assicurato “protezione” (http://www.ilgiornale.it/news/milano/cordone-sicurezza-brigata-ebraica-1386806.html) e lo stesso ha fatto il PD (http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/04/17/news/milano_25_aprile_corteo-163210917/). Ma già sappiamo che agli ebrei sarà consentito di sfilare solo sotto lo schermo di un cordone di polizia, che saremo insultati e dileggiati. Ditemi, se questo non è un sintomo e consistente di antisemitismo.

Qualche altro esempio recente. A Firenze è stato di nuovo deturpata la targa a ricordo dell’Eroismo di Gino Bartali che aiutò a salvare parecchi ebrei (http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/deturpata-targa-gino-bartali-giardino-giusti-1.3044276). In Grecia è stato nuovamente distrutto a martellate il monumento che ricorda le 1848 vittime ebraiche della Shoà nella città di Kavala (http://www.ekathimerini.com/217283/article/ekathimerini/news/vandals-smash-holocaust-memorial-in-northern-greece). Il presidente della regione tedesca del Baden Württeberg, il verde Winfried Kretschmann ha appena consegnato personalmente un bell’assegno di 30 mila euro a Mitri Raheb, il pastore protestante di Betlemme che è stato fra gli autori del documento “Kairos Palestine”, in cui l’odio politico per Israele si estende sul piano teologico, con toni esplicitamente antisemiti (http://www.jpost.com/Diaspora/German-state-head-gives-BDS-Bethlehem-hate-preacher-nearly-32000-488053).

Immagine correlata
Cinisello Balsamo onora con una via i terroristi ("martiri") palestinesi

Un’altra storia non nuova, perché risale a una decina di anni fa, ma ancora attuale e circolata di recente molto sul web è quella che riguarda il comune di Cinisello Balsamo, che ha dedicato una strada ai “martiri palestinesi”. “Martire” nel linguaggio islamista significa in sostanza terrorista, qualcuno che muore cercando di ammazzare gli infedeli. Nessuno si sognerebbe – spero – di dedicare una via ai “martiri di Al Qaeda” o dell’Isis. Ma coi “palestinesi” l’hanno fatto e non sono mai tornati indietro (http://www.loganscentrostudi.org/a-cinisello-balsamo-una-via-intitolata-ai-martiri-palestinesi.html). Come non pensare che la differenza sia dovuta al fatto che i “martiri palestinesi” sono abituati a non ammazzare cittadini europei negli aeroporti, nei locali di musica o nelle strade, ma a farlo con gli ebrei nelle strade, nei locali, negli autobus? Il sentimento dell’amministrazione della cittadina lombarda non è però per nulla isolato. Anche il “New York Times”, il quotidiano americano da sempre molto sopravvalutato ma che di recente somiglia ogni giorno di più al “Manifesto” ha creato di recente un caso pubblicando un’editoriale di Marwan Barghouti in cui lanciava uno sciopero della fame dei terroristi detenuti, qualificandolo come “dirigente palestinese”, senza dar notizia del fatto che era stato condannato a cinque ergastoli per altrettanti omicidi da lui ordinati e organizzati durante l’ondata terroristica del 2000-2003 (http://fr.timesofisrael.com/le-new-york-times-critique-pour-ne-pas-avoir-mentionne-le-passe-de-barghouthi/): anche per il NYT uccidere gli ebrei non è una colpa e non dovrebbe probabilmente essere reato. Del resto anche questo giudizio non è isolto. La prestigiosa università di California a Burkeley ha messo in programma un corso su come distruggere lo stato di Israele (e naturalmente sterminare i suoi ebrei, anche se su questo aspetto tecnico di solito pudicamente si tace): https://www.algemeiner.com/2016/09/08/uc-berkeley-offers-a-class-in-erasing-jews-from-israel-and-destroying-the-jewish-state/.

Credetemi, cari amici, si potrebbe andare avanti a lungo. Ma per oggi basta così. Spero vi sia chiaro che oggi l’aggressione agli ebrei e a Israele che ne contiene la maggior parte, viene da sinistra, da forze che si qualificano da sé come progressiste (anche se sono socialmente ed economicamente reazionarie, ma questo è un altro discorso). Se vi capiterà di andare a una manifestazione del 25 aprile e a subire gli insulti di gente che ostenta la bandiera rossa, non impressionatevi: gli eredi di Hitler oggi sono loro, non gli sparuti estremisti di destra.

Immagine correlata
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