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Ugo Volli
Cartoline
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La macchina della diffamazione 09/08/2016
La macchina della diffamazione
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: basta menzogne su Israele!

Cari amici,

non sono così ingenuo dal meravigliarmi che mentano e incitino alla violenza le varie forze palestiniste, fra cui la “moderata” Autorità Palestinese (con cui Obama e Mogherini vorrebbero che Israele “facesse la pace” insediandola a non più di una dozzina di chilometri dal suo solo aeroporto internazionale e dal suo cuore economico e demografico di Tel Aviv, dandole in mano le chiavi della sua sopravvivenza). E’ gente che si vanta di aver ucciso migliaia di israeliani per aver voti alle elezioni, come avete letto ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=63352) e certo la diffamazione sistematica dello stato ebraico, la menzogna e l’imbroglio non turbano affatto il loro stomaco, fittamente rivestito di pelo. Bisogna continuare a denunciarli, perché come diceva Goebbels, le menzogne ripetute (e non contrastate, aggiungo io) diventano verità, come purtroppo accade anche in questo caso. Compito di chi, come questo sito, cerca di informare correttamente su quel che accade nel Medio Oriente è fra l’altro di continuare a smontare le bufale, gli inganni e le calunnie, contro la gigantesca macchine propagandistica che le propala senza sosta. Un compito infinito è un po’ ributtante, come spalar via gli escrementi che escono da una fogna, ma certamente non inutile. Io lo affronto con rassegnazione, quando posso con divertita rassegnazione.

Ma i palestinisti sono in guerra con Israele per conto del mondo islamico; questo aspetto di disinformazione fa parte della loro guerra e tutto sommato è comprensibile. Ributtante, disgustoso, ma comprensibile. Usano le “notizie” come pallottole, basta saperlo e schivarle (o usare Iron Dome per fermarle) Quel che non si può capire invece, almeno con la logica di un conflitto normale è l’atteggiamento delle organizzazioni internazionali, che dovrebbero in teoria essere neutrali e anche di stati formalmente amici di Israele, uniti dallo stesso sistema economico-politico e da grandi vincoli storici, come gli Usa e le nazioni europee, che invece contribuiscono grandemente ad alimentare la cloaca massima della propaganda antisraeliana. In questo compito scorretto anche rispetto alla logica bellica e spiegabile solo con un viscerale antisemitismo eccellono naturalmente le Nazioni Unite e i loro numerosi comitati e organismi, dall’Unesco alla commissione per i diritti umani a quella per i rifugiati, le quali sembrano nate oltre che per pagare lauti stipendi ai loro funzionari (è questo il compito primo, non fatevi ingannare e non cadete nelle lusinghe umanitarie dei ragazzotti che chiedono l’elemosina con la casacca dell’Unicef o dell’Unhr) per diffamare, condannare, demonizzare Israele. E dunque anche contro questa fonte di odio è bene intervenire a rettificare continuamente, tanto più che le bugie sono totalmente spudorate e facilmente smontabili.

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La risposta dei palestinesi alle proposte di pace di Israele: NO, NO e ancora NO

Vi faccio oggi due esempi. Il primo riguarda il Golan, l’altopiano che domina strategicamente il lago di Tiberiade e una parte dell’alta Galilea. Parte dell’antico territorio biblico del regno di Israele, assegnato al dominio coloniale francese (e quindi poi alla Siria) con la divisione delle spoglie dell’impero ottomano dopo la I guerra mondiale (la famigerata linea Sykes-Picot), completamente militarizzato e usato dal regime di Assad padre per bombardare continuamente città e Kibbutz dello stato ebraico, fu liberato da Israele nel ‘67 e annesso nel 1981. Una decisione che l’Onu non ha mai accettato, anche se giustificata dal diritto internazionale. Le risoluzioni che intimano la sua consegna alla Siria sono una routine dell’assemblea generale dell’Onu e delle sue agenzie, anche da quando oltre il confine siriano infuria la guerra civile più sanguinosa dopo la Seconda Guerra Mondiale. A chi Israele dovrebbe consegnare quelle terre strategiche, che consentono facilmente non solo il bombardamento, ma anche l’avanzata sulle pianure dell’Israele del Nord? Ad Al Qaeda? Allo Stato Islamico? Al regime di Assad, che pratica il bombardamento chimico delle popolazioni che gli resistono? Non è chiaro. Ma non importa, l’Onu impone che Israele cessi la sua “dura occupazione” contro la popolazione del Golan, che è composta esclusivamente di drusi. La risposta la danno i drusi stessi, che dopo lo scoppio della guerra siriana hanno sempre più numerosi chiesto la cittadinanza israeliana. E che negano di essere sottoposti a pressioni o “durezze”. (Le dichiarazioni sono qui: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/215738).

Un altro tema permanente della propaganda dell’Onu contro Israele è quello dei bambini palestinesi, che sarebbero in ogni occasione uccisi apposta dall’esercito israeliano (è un tema che viene diritto diritto dal Medioevo antisemita, dalla vecchia “accusa del sangue” per cui gli ebrei impasterebbero il pane azzimo, cioè fatto di sola farina e acqua, senza altri ingredienti, col sangue di bambini cristiani) e comunque maltrattati, imprigionati, fatti oggetto di ogni violenza. Di recente questo tema è venuto fuori di nuovo. Il merito è dell’ambasciatore del democraticissimo Venezuela, che ha accusato Israele di “cercare la soluzione finale della questione palestinese” (vi ricorda qualcosa? eh già) sterminando i bambini palestinesi (https://unitedwithisrael.org/venezuelas-un-ambassador-accuses-israel-of-seeking-final-solution-for-palestinians/). Il fatto è che le cose vanno esattamente al contrario, che cioè negli ultimi mesi sono stati i minori palestinesi a prendere in mano i coltelli, con la famosa intifada dei coltelli, che naturalmente ha provocato la cattura o la neutralizzazione dei terroristi, quale che fosse la loro età, come del resto sta accadendo anche in Europa (https://unitedwithisrael.org/un-blames-israel-for-committing-violations-against-palestinian-children/). E continuano: vi faccio solo un esempio, naturalmente ignorato dalla stampa occidentale: un ragazzino arabo è stato trovato in possesso di una pistola semiatumatica e dei caricatori necessari a farla funzionare. Li teneva nella sua camera in un collegio dove studia. (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/216072) Il dramma è che ha 13 anni: non è certo una buona ragione per non fermarlo e metterlo in custodia. La responsabilità non è certo della polizia che l’ha preso, ma di chi nel suo ambiente gli ha rubato gli anni del gioco e lo ha immesso in un percorso criminale, come è successo a tanti altri per esempio al ragazzo arabo che un mese fa ha sgozzato una bambina ebrea mentre dormiva (http://www.dailywire.com/news/7096/arab-slaughters-13-year-old-jewish-girl-her-ben-shapiro) ed è stato poi liquidato dalle forze di sicurezza accorse sul posto. La colpa è sua, della sua famiglia, della sua scuola, non certo delle vittime e di chi ha il duro compito di impedire questi crimini.

Questo non lo dicono certo i palestinisti, che anzi festeggiano e onorano l’assassino. E si capisce, è orribile, ma è propaganda di guerra. Schifosa propaganda. Ma non lo dice neanche l’Onu, che dovrebbe essere sopra le parti. Insomma, la macchina della diffamazione gira in questi mesi a pieno regime. Ma non può annullare i fatti. E innanzitutto questo: Israele è il solo stato di diritto e il solo stato in pace dell’Intero Medio Oriente.

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Ugo Volli


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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