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Ugo Volli
Cartoline
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Andreste voi a negoziare con l'organizzatore del terrorismo? 01/07/2015
Andreste voi a negoziare con l'organizzatore del terrorismo?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: gli asili di Hamas: "Come ammazzare gli ebrei e andare in Paradiso". L'insegnante: "Ci sono domande?"

Cari amici,

siamo tutti colpiti dai grandi atti di terrorismo, come quello dei giorni scorsi in Tunisia. Il numero delle persone coinvolte, le dimensioni del crimine, il fatto che in un omicidio di massa le vittime siano le più diverse con storie umane spesso commoventi e impressionanti, la percezione che “sarebbe potuto benissimo toccare anche a me”: tutto ciò fa che questi delitti tocchino profondamente la coscienza popolare, soprattutto dei luoghi da dove vengono le vittime e in fondo però anche un po' si spoliticizzino, perdano la dimensione specifica del delitto per assomigliare alle grandi catastrofi naturali, lutti senza quasi più autori, su cui si innesta facilmente la fantasia dei complottisti, com'è accaduto per l'11 settembre. Facciamo bene a ricordarle, naturalmente, sarebbe imperdonabile non parlarne, ma bisogna ricordare che questa è solo una faccia della medaglia del terrorismo, quella che si incentra sull'effetto che le Brigate Rosse chiamavano “propaganda armata”: terrorizzare i nemici ma soprattutto pescare reclute e appoggio nell'area vicina, grazie a quella che in una celebre e straordinariamente cinica frase Franco Piperno lodò come “geometrica potenza” del rapimento Moro.

Ma c'è anche un'altra faccia della medaglia: il terrorismo come metodo di azione quotidiana, forma della “guerra asimmetrica” che mira a produrre “attrito”, scoraggiamento, indebolimento del nemico, crollo nervoso. E' la forma di terrorismo più matura e più insidiosa, che non arriva quasi ai giornali fuori dal territorio colpito. E' quella che usano da sempre i nemici arabi di Israele e che presto dovremo aspettarci anche sul territorio europeo. Il terrorismo quotidiano di solito viene a ondate, perché si presenta come spontaneo, ma non lo è, almeno non del tutto e viene sollecitato e in certa misura guidato dai responsabili politici in vista dei loro fini.

Oggi Israele è di nuovo in mezzo a un'ondata di terrorismo quotidiano, come alcuni mesi fa, quando “andava di moda” per i “militanti” palestinisti investire i passeggeri del tram di Gerusalemme alle fermate, ma ci fu anche una terribile strage in una sinagoga. Nell'ultima decina di giorni ci sono stati sette o otto attentati (http://www.rightsreporter.org/israele-stillicidio-di-attacchi-terroristici-ma-il-mondo-fa-finta-di-nulla/) fra cui gli spari a un'ambulanza, un agguato sempre con armi da fuoco sulla principale strada della Giudea e Samaria (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/197481#.VZOF5vntmkq) che ha preso di mira quattro ragazzi che tornavano da una partita di basket e ne ha ucciso uno, Malachi Rosenfeld (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/victim-of-palestinian-authority-shooting-attack-dies/2015/06/30/), l'omicidio dell'anziano anziano Danny Gonen a casa sua, l'accoltellamento di una guardia di confine donna, un tentativo di travolgere i soldati a un posto di blocco (http://www.dreuz.info/2015/06/30/israel-nouvel-attentat-terroriste-encore-et-toujours-les-enrages-islamistes/#sthash.jBZikJra.BLRUMbOv.dpbs) - in parte sembra azione di una stessa cellula terrorista che la polizia sta braccando (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/197480#.VZOF9vntmkq). Il tutto in relazione, a quanto pare, alla celebrazione del Ramadan, il mese di digiuno giornaliero e di festa notturna che è una delle più importanti ricorrenze dell'islam (http://www.jewishpress.com/blogs/a-soldiers-mother/in-the-name-of-allah-and-ramadan/2015/06/30/).

Purtroppo, come vi dicevo, non è la prima e probabilmente non sarà l'ultima di queste ondate. Si tratta di terrorismo puro, tentativi di assassinio a omicidi realizzati che non hanno nessun progetto militare dietro, ma mirano semplicemente a togliere la vita agli ebrei di Israele in quanto tali, senza fermarsi di fronte a nessun tabù, né l'età delle vittime, né il loro carattere umanitario (pensate all'ambulanza), né il sesso. In qualunque altro conflitto questo carattere indiscriminato e razzista del terrorismo sarebbe condannato da tutti; coi palestinisti non avviene, sembra che poter commettere azioni palesemente malvagie e disumane sia un loro privilegio agli occhi dell'opinione pubblica internazionale (http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/17153#.VZOFF_ntmkp). Gli israeliani sono colpiti dal silenzio del mondo e in particolare di quello della “moderata” Autorità Palestinese (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/197495#.VZOF3Pntmkq). Muhammed Abbas, che in altre circostanze aveva provato a differenziarsi dal terrorismo, questa volta infatti se ne sta ben zitto. E chi tace acconsente, come dice il proverbio. Perché vi sono forti indizi sul fatto che proprio gli esponenti dell'Autorità Palestinese siano coinvolti in questi atti di terrorismo (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/197515#.VZOFOPntmkp), non solo con il continuo incitamento alla violenza e alla guerra, che parte dalla più tenera età per convincere i bambini che la morte degli ebrei è il più bello scopo che possono darsi (http://www.jewishpress.com/news/breaking-news/palestinian-authority-summer-camp-kids-dance-with-ak-47-rifles/2015/06/30/), ma coinvolge direttamente i più alti esponenti dell'Autorità.

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Saeb Erekat

E' lo stesso capo negoziatore dell'Autorità Palestinese Saeb Erekat, praticamente il numero due in politica estera dell'AP dopo Abbas, ed il responsabile dei negoziati, ad aver teorizzato in un recente documento che alla guerra legale e diplomatica contro Israele si dovesse di nuovo accostare il terrorismo (chiamato con un filo di eufemismo “lotta nazionale”: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/197259#.VZONRPntmkr), non solo rinnovando la collaborazione con Hamas, ma prendendo direttamente “iniziative di lotta”. Il che è puntualmente successo. Ma, vi ripeto, Erekat è il capo della delegazione palestinese per i negoziati con Israele, quella trattativa che Obama e in questo momento la Francia vorrebbero rilanciare. Ma voi vi siedereste a trattare con il responsabile, almeno morale, di numerosi omicidi realizzati e tentati - non in un passato che alcuni vorrebbero seppellire, ma proprio ora, in questi giorni?


Ugo Volli


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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